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Cambiamento, tra desiderio e paura

Aggiornamento: 28 set


“Il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare.” Ben Herbster


☉ Quante volte nella vita ci siamo trovati davanti a un cambiamento?


Alcuni li abbiamo cercati, desiderati. Altri li abbiamo subiti, spesso senza preavviso. Altri ancora sono arrivati come una necessità impellente, perché restare fermi faceva più male che andare avanti. In ogni caso, il cambiamento ci mette alla prova, ci spiazza, ci entusiasma, ci spaventa.


È un paradosso umano: desideriamo cambiare, ma al tempo stesso lo temiamo.



♋︎ Il cambiamento è inevitabile


In psicologia, il cambiamento è considerato una "costante evolutiva" della persona. Carl Rogers, uno dei padri dell'approccio umanistico, affermava che l’essere umano tende naturalmente alla crescita, verso quella che lui definiva la “persona pienamente funzionante”. Tuttavia, questo processo non è mai lineare. Spesso implica momenti di crisi, che etimologicamente significa “scelta”, ma anche “rottura”.


Eppure, anche quando resistiamo, il cambiamento accade comunque. Come ci ricorda Eraclito:

"Ci si può immergere più volte nello stesso fiume, ma l'acqua non sarà mai la stessa."



✤ Perché ci fa paura?


La psicologia evoluzionista suggerisce che il nostro cervello, progettato per la sopravvivenza, predilige ciò che è familiare, perché lo associa alla sicurezza. Il cambiamento, anche quando positivo, introduce incertezza, attiva l'amigdala e può generare ansia o paura.


Ma è proprio lì, in quello spazio di incertezza, che nasce l'opportunità di crescita.


Ogni cambiamento – piccolo o grande – può diventare uno specchio, uno spazio di riflessione personale.

Prova a fermarti un momento e chiederti:


* Che cos’è il cambiamento, per me?

* Lo vivo come una possibilità o una minaccia?

* Lo cerco o lo evito?

* Quanto sono disposto davvero a cambiare?

* Cosa cambierei di me?

* Cosa cambierei nel mondo che mi circonda?


Non sono domande semplici, ma possono aiutarci ad abitare il cambiamento con più consapevolezza.



✮ Cambiare non è diventare qualcun altro


Spesso abbiamo l’idea che cambiare significhi stravolgere, diventare qualcun altro. Ma la psicologia ci invita a vedere il cambiamento come un processo di integrazione, non di negazione. È un tornare a sé stessi, più autentici, più liberi. È una transizione da uno stato conosciuto a uno potenziale, verso una versione più vicina a ciò che possiamo essere davvero.


➥ Conclusione


Il cambiamento non è solo qualcosa che ci accade. È anche qualcosa che possiamo scegliere, preparare, accogliere.

A volte inizia da una domanda. A volte da una crisi. A volte da una semplice intuizione: "Così non mi basta più."


"Il cambiamento avviene quando una persona diventa ciò che è, non quando tenta di diventare ciò che non è.” Arnold Beisser, psicoterapeuta della Gestalt


Forse non possiamo evitare il cambiamento, ma possiamo decidere come attraversarlo.

E questo fa tutta la differenza.


Parliamone insieme!

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Eye-level view of a person practicing yoga in a serene environment

 
 
 

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